Alla fine dell’800 il brigantaggio era una delle piaghe del nascente stato italiano. Imperversava soprattutto nel Regno di Napoli e quindi anche in Abruzzo, che ne faceva parte.
Anche nonno Angelo, ne fu vittima.
«[…] una volta, di ritorno a casa, sorpreso in pieno bosco dai briganti, fu legato ad un albero, derubato del portafogli e fatto mira dalle loro carabine. Ma tra lo svettare degli alberi in lontananza, di contro al sole occiduo, si profilava al suo sguardo, immoto ed atterrito, la bianca facciata della Chiesa della Madonna degli angeli, sopra Castelli.
Fu un attimo!
Chiese disperatamente grazia alla Madonna e fece voto di una Messa all’anno, in suo onore, per tutta la durata della sua vita. In quel momento i briganti, rialzate le carabine gli si accostarono e promisero franca la vita, se avesse pagato una grossa somma in denaro o ceduto loro in uso un ricco fondo, posto nei pressi della montagna.
Sparsasi rapidamente la notizia dell’accaduto […] un manipolo scelto [di uomini del presidio armato di Castelli] in breve tempo riuscì a scovare e catturare i colpevoli.»
Tratto da «La casa di Palombara e Padre Gabrile della Desolata» di Nicola De Prophetis