Ci siamo sposati ad Arsita Parrocchia Santa Vittoria
Il nostro matrimonio è stato benedetto dal parroco di Arsita Don Ladislao Partenza tutti presenti in chiesa genitori, fratelli, sorelle, perenti di Amedeo e amici, una bella cerimonia giornata col sole.
A casa tanti fiori, un bel cestino arrivato da Chieti da Giacinta e marito Donato Franchi loro erano presenti.
Pranzo a casa di zio Alessandro e zia Raffaella con tanti parenti e amici della mia famiglia e della famiglia di Amedeo.
Il fratello, a cognata, le tre sorelle con i loro mariti e figlioli, non era presente il fratello Angelo che risiede in America con la famiglia.
In casa tutta in festa, un tavolo con i 13 nipotini di Amedeo così belli, allegri, ed affettuosi con tutti figli di Pietro fratello di Amedeo Francesco Antonio,Corrado, di Assunta sposata Leone Carlo, Peppino Antonietta, di Anastasia sposata Isotti Ezio Lucia Elia Rina, di Laura sposata Profeta Peppino, Teresa, Alfonso,che gioia guardare questi bei bimbi.
Io avevo un solo nipotino di 2 anni Giulio figlio di mia sorella Elvira sposata con Mario Crisanti di Frascati,non erano presenti quel giorno, Elvira aspettava il secondo figlio il prossimo mese(Clementina).
Prima del pranzo nel balcone una piccola fotografia fatta da mio fratello Beniamino in divisa da tenente questa fotografia Sandro l’ha fatta ingrandire e trovasi nel soggiorno di Via Regina Margherita di Pescara unica fotografia del nostro matrimonio.
Al pranzo era presente pure Adamo De Santis segretario comunale di Arsita portò una bella macchina per fare la pasta all’uovo, venne con la moglie Graziella.
Questo regalo ha permesso di fare tanti maccheroni buonissimi, forse era la prima macchinetta arrivata ad Arsita, guardavano tutti questo lavoro nuovo. Prima la pasta si faceva col mattarello.
Il pranzo riuscì benissimo tutti applaudivano la cuoca Albina di Marcantonio.
Durante il pranzo un lungo discorso di Igino Creati sindaco di Arsita. Poche parole il discorso del dottor Pietro di Marco e del padre insegnante Antonio compare di battesimo di Amedeo.
Giacinto Partenza amico di Amedeo parole affettuose bel discorso, la copia la conservo ancora insieme ai telegrammi di auguri, ricordi bellissimi.
Dopo il pranzo verso le ore 18 io ed Amedeo ci siamo trasferiti a casa sua con gli ospiti del pranzo.
La casa tutta elegante rimessa a nuovo da poco.
Preparato un rinfresco per tutti. Amedeo aveva invitato con bigliettini tutte le famiglie di Arsita per partecipare a questo rinfresco.
In casa tanti dolci,di Teramo arrivarono paste con la crema e altre qualità.
Mamma fece la cicerchiata molto grande una forma bellissima tre piani ricoperta con cioccolata e frutta candida.
Sopra un tavolo tre torte ripiene con crema e cioccolata, una della famiglia del dottor De Fulvis medico di Arsita, una del segretario comunale De Donatis compare del mio Battesimo, una della famiglia Franchi Beniamino compare di Cresima di Amedeo.
La sorella Assunta di Amedeo restò una settimana ad Arsita prima del matrimonio aveva preparati tanti dolci.
Il dottor di Marco Pietro mandò un bottiglione di vino cotto.
Nel salotto tutti i regali del matrimonio, 100 telegrammi di auguri di amici e clienti di Amedeo arrivati da paesi che lui frequentava per il suo lavoro, per Arsita una novità Amedeo a Sulmona comperò kg 25 confetti per la sua famiglia e kg 25 per zia Raffaella.
Nei giorni che portavano regalini per il matrimonio si offrivano vassoi di dolci e di confetti e si mandavano a casa dolci e sacchetti di confetti per il loro famigliari.
Il vestito da sposa e stato confezionato a Teramo insieme a ciò che ho indossato quel giorno cappello, borsa, guanti, scarpe e un vestito di seta nero molto elegante completo di tutto per adoperare la prossima settimana per andare a messa.
Io andai con Amedeo 3 volte a Teramo per misurare i vestiti e scegliere altre cose.
A Teramo fu comperata la camera da letto, quella da pranzo e tutto ciò che serviva per il matrimonio. Amedeo sceglieva sempre roba buona e insieme con zio Alessandro che pure lui voleva il meglio non guardavano a prezzi alti pagavano insieme tutte le cose che servivano per il nostro matrimonio. In quel tempo nessuna regola per spese di questa cerimonia, spendevano pochissimo. La sposa andava a casa dello sposo abitazione insieme ai genitori, matrimonio in chiesa col parroco del paese, pranzo in casa della sposa, la sera si trasferiva a casa dello sposo con amici e parenti e piccolo rinfresco per gli auguri.
Io a casa di Amedeo ho trovato la madre un po’ anziana ma buona, ricordava poche cose del passato.
Io le volevo molto bene e le stavo sempre vicino se andava nell’orto nel terrazzo mai lasciarla sola era mio dovere.
Amedeo ultimo di 6 figli era molto affezionato alla mamma dopo la morte del padre 1926 e della zia Santina 1932 vissuta sempre a casa. Le 3 sorelle sposate, il fratello Pietro a casa sua con moglie e 3 figli, fratello Angelo con la famiglia in America. Lui solo doveva decidere tutto, voleva farsi una famiglia con tanti figli, questo era il suo desiderio.
Amedeo mi raccontava di volere bene alla mamma perché non stava troppo bene, lui si preoccupava ed era molto affettuoso.
Amedeo a Marzo ha ripreso il suo lavoro la mattina preparava le valigie nella macchina e partiva tornava la sera, stanco del lavoro, raccontava della giornata trascorsa, del guadagno fatto, spesso andava a Bologna dalla ditta.
Per me era una tristezza vederlo partire, lui si preoccupava che io non ero contenta mi diceva che poteva cambiare lavoro e restare sempre a casa.
Io non volevo cercavo di stare tranquilla,e lui doveva fare il lavoro che tanto gli piaceva. Lo aiutavo a togliere dal campionario gli esauriti, lo facevo prima di sposarci mi portava la valigia da zia Raffaella.
Dopo pochi mesi aspettavo un bambino così passavo la giornata preparando il corredino e restare vicino a mamma Elisabetta. Lei si divertiva con fili di stoffa facendo gomito lini e pezzi di carta da piegare giornate di lunga pazienza spesso si alzava e voleva andare a casa sua con i suoi famigliari.
Nel mese di febbraio del 1935 un brutto dispiacere, mia suocera morì dopo pochi giorni di malattia, nello stesso mese nacque la mia bambina con poca salute fu visitata dal dottore di Bisenti Vincenzo Barone fu battezzata col nome di Elisabetta madrina zia Raffaella ma dopo pochi giorni volò in cielo. Fu un dispiacere così brutto per me e per Amedeo non si trovava un momento tranquillo, mi sentivo sempre più male il dottore mi assicurava che stava bene non mangiavo persi tanti kili. Amedeo si preoccupava per la mia salute, mi portò a Pescara per farmi visitare dal professore Paolini Renato, lui veniva spesso a casa nostra ad Arsita, la moglie era la figlia del dottore De Fulvis.
Mi fece una bella visita la prima fatta durante i miei 25 anni.
Mi assicurò che la mia salute era ottima , il mio malessere dipendeva dal dispiacere sofferto. Tutto passerà presto, niente cure, Amedeo insisteva di ordinare ricostituente lui non volle sentire niente, non volle essere pagato.
Andammo in salotto a prendere insieme alla moglie ai due bambini Francesco 1929 Fulvio 1932 il caffè pasticcini cioccolatini.
Lui salutò e di corsa uscì. Abitavano a via Leopoldo Muzi, adesso conservatorio.
Noi ripartimmo per Arsita. Il tempo passato pensando sempre al mio grande dispiacere.
Amedeo prese una ragazza Antonietta mi faceva compagnia,mi sentivo meglio. Dopo pochi mesi aspettavo un bambino, Aprile giorno 6 1936 arrivò Sandro lui riportò allegria alla nostra famiglia. Io contenta Amedeo lo stesso si guardava questo bel bambino robusto, venne subito a vederlo il professore De Victoris Francesco amico di Amedeo disse:questo bambino e robusto, il pugno chiuso appena nato, io non sapevo questo detto. Sandro cresceva bene,prendeva il latte, dormiva, ogni 3 ore beveva il latte mio. La ragazza Antonietta mi aiutava nei piccoli lavori di casa e giocava col bambino.
Il battesimo di Sandro a Maggio, il compare Angelo De Vittoris, fratello del professor Francesco, lui si offrì di farlo perché non aveva mai assistito al battesimo di un bimbo, era molto giovane studente università di Bologna. Quel giorno solo genitori parenti amici niente festa.
Amedeo era contrario, ma in casa tanta allegria, un bel pranzo con il compare sua sorella Norina, i due fratelli, mia sorella Cristina, zia Raffaella, zio Alessandro e parenti di Amedeo. Dopo pranzo rinfresco con fratelli e sorelle di Amedeo, tanti nipotini che portano allegria in casa, e amici di famiglia, bella giornata tutti per festeggiare Sandro.
Molti regalini il compare una bella posatina d’argento.
I miei genitori da qualche giorno stavano ad Arsita tante cosette per un bambino, una giornata in festa con amici a ricordare tante cose del passato. Furono preparati tanti dolci torta, pasticcini cioccolatini.
Al decimo mese di Sandro io aspettavo un bambino, troppo presto, ma pazienza.
Ho tolto il latte mio a Sandro, e piano piano cominciava a mangiare col cucchiaio le pappette, cresceva bene e robusto.
Il 27 dicembre 1937 arrivò Dario gioia dei genitori guardare 2 figli che portano allegria nella nostra casa. Amedeo contento lo stesso io. Sandro e Dario sono nati nella camera al primo piano. I muratori lavoravano preparando il secondo piano della casa. Amedeo piaceva tanto ultimare i lavori della sua casa e vederla tutta bella. Dario bambino calmo con tanti rumori dormiva bene, prendeva il latte mio e cresceva benissimo. Mia sorella Lucia stava con me, mia madre restò una settimana e ripartì per Palombara.
Il battesimo di Dario dopo 2 mesi. Il compare Silvio Sanità di Pescara capitano dei carabinieri in pensione, sposato senza figli, affezionato ai bambini, alla moglie, al cagnolino, molto amico di Amedeo. Il suo pensiero era di venire ad Arsita a fare il padrino al nostro bambino. Amedeo fu contento, venne ad Arsita ma lui solo, la moglie stava poco bene restò a casa con la donna.
Per lui fu una giornata allegra, tutto contento di conoscere sorelle e fratelli di Amedeo, vedere tutti i nipotini, si rallegrava della nostra bella famiglia di tanti parenti e amici di Arsita.
Io preparai un bel pranzo un bel pranzo a lui piaceva mangiare bene, mi aiutava mia cognata Vincenzina, preparammo tante cose buone, bella torta, molti dolci con mandorle.
Dopo pranzo il battesimo fu celebrato nella chiesa parrocchia di Arsita col parroco Don Ladislao Partenza.
A casa un rinfresco con tutti parenti amici bella giornata di allegria, regalini al bambino il compare una scatola con posatina d’argento, un piattino,porta uova, e altre cosette utile per il pranzo di un bambino, un completino da neonato lavorato dalle suore.
Prima di ripartire ci ha invitato di andare presto a casa sua per far conoscere il bambino alla moglie Giovannina Berardi donna brava affettuosa, religiosa, non ha mai ascoltato il marito di prendere un nipotino per compagnia. Il compare a Pescara tante volte dopo di Dario ha fatto il padrino di battesimo e Cresima a figli di amici e trattava questi comparucci con affetto come figli.
A Pasqua a Natale compleanni tanti regali. Lui stesso andava a casa a portare auguri e regali. Così era per la nostra famiglia qui a Pescara. Molto affettuoso ma carattere diverso dalla moglie,una coppia poco felice. Io andavo spesso a casa e contracambiavo le gentilezze che loro facevano per noi. Amedeo voleva molto bene e cercava di aiutarlo per tutto quello che gli serviva.
Nel mese di Maggio 1938 io, Amedeo, Sandro, Dario, Cristina mia sorella che stava ad Arsita con noi, andammo a Pescara a casa loro, passammo la giornata con gioia, vederci a casa la comara Sanità ci ringraziava della bella visita e si teneva nelle braccia Dario. Con loro in casa c’era la madre del compare Rita di Capracotta, una bella donna madre di tanti figli rimasta presto vedova, il figlio molto affezionato alla madre e restava sempre a Pescara con loro, fu una bellissima giornata abitavano a Corso Umberto. Il compare prese Sandro di due anni per la mano e volle uscire lungo il corso, rientrò presto, ho paura portare con me un bambino così svelto, mi lascia la mano e vuole correre lungo la strada.
La comara preparava il pranzo con la donna, dolci confezionati da lei, era brava per i dolci a S. Giovanni giorno del suo onomastico invitava comparucci e genitori a casa per un rinfresco.
Offriva dolci buonissimi, si rallegrava della visita di tutte le sue amiche, anch’io andavo con i ragazzi mentre stavano a Pescara. Questa famiglia e rimasta affettuosa con tutti noi fino alla fine.
Il parroco Ladislao Partenza, la levatrice Mimma Creati sempre vicina al mio parto è per 4 volte, brava signora e molto allegra. La sua prima e unica figlia Ines è stata battezzata da me e Amedeo. Un bel pranzo in casa, torta, dolci, per offrire a parenti e amici nel pomerigio, giornata allegra con tante persone affettuose.
Paolo è nato alla camera di sopra la seconda, tempo bello col sole. Un bambino calmo, robusto, dormiva tranquillo, prendeva il latte mio, pesava quasi kg 4 cresceva benissimo. Regalini il compare bella catenina con Madonnina, completino per bambini dai nonni dai zii, tante cosette utili per quei giorni. Niente festa tutto in famiglia con parenti e amici.
Il primo Settembre del 1943 arrivò Lucio anche lui bel bambino,robusto, calmo, prendeva il latte mio e dormiva. I primi mesi tutta calma. Gioia dei genitori guardare i primi sorrisi,rivolti alla mamma mentre prende il latte, una gioia affettuosa che non si può spiegare facilmente, solo una mamma lo sa. Dopo tre mesi dalla nascita di Lucio molta preoccupazione per la guerra. Lucio è nato alla camera di sopra al secondo piano la stessa camera di Paolo. La casa gia ultimata dai muratori tutta bella. Amedeo fece venire in casa una donna per aiutare(Giuditta) così guardava ai bambini e insieme si faceva tanti lavoretti di casa. Nel giorno della nascita di Lucio a casa nostra da una settimana ci stavano Beniamino e Iole che desideravano fare da padrini al bambino. In settimana fu fatto il battesimo, stessa chiesa di Arsita il parroco lo stesso. Festa in casa con amici e parenti,cugini, zii, un bel pranzo tutti uniti, torta, dolci, regalini al bambino.
Rinfresco per tutti. Giorni belli, ma dopo pochi giorni la nostra casa fu occupata dai tedeschi presero le due camere al sole che uscivano dal balcone 4 persone il tenente e 3 militari.
Prima camera un lungo tavolo il tenente riceveva tutti i contadini che dovevano ritirare i soldi delle bestie che prendevano, per fare mortadella nel palazzo De Victoris trasformato in mattatoio, servivano per far mangiare i militari che stavano ad Arsita ne erano tanti. I muri delle casa coperti tutti dalle pelle di animali ammazzati per asciugarli dopo trasportati col camion non so dove, tutti impegnati con questo lavoro la gioventù di Arsita.
Ricordo Peppino Profeta studente all’università con pacchi di pelle sulle spalle, lo stesso Corrado Pulini lavorava al mobilificio del padre, ma la giornata intera doveva fare questo lavoro,nessuno poteva allontanarsi dai lavori pesanti dei militari, comandavano a tutti.
Il tenente brava persona in cucina entrava con Amedeo, si curvava sul lettino di Lucio, di 4 mesi parlava ma il bambino dormiva, tra piccoli sorrisi guardava.
Lui sposato ma senza figli, raccontava con poche parole che non aveva figli ma molto affettuoso per i bambini.
Prendeva la manina di Paolo di 2 anni lo portava in camera sua copriva la testina con fiocchetti di nastro colorato e tornava a farmelo vedere. Paolo andava volentieri con lui, spesso si tratteneva seduto vicino alla sua scrivania. Io cercavo di stare sempre vicino ai miei bambini, non mi allontanavo un minuto. I primi giorni quasi paura a vedere persone straniere in casa ma dopo visto che erano persone educate si cominciava a stare tranquilli.
Il tenente prese una donna Maria Lucci per la pulizia delle 2 camere, il corridoio, il terrazzo dove facevano fotografie con la fotografa signorina De Antonis di Pescara fidanzata del professore Di Prinzio, tutti sfollati ad Arsita a casa di Galileo Franchi. L’interprete sorella di Prinzio. Per il bagno in casa nostra adoperavano quello sotto il terrazzo, adesso rovinato e vecchio, ciò che serviva portavano un catalogo con le fotografie piccole cose, non davano fastidio. Presero il grammofono lo portarono in camera loro. La notte suonavano, cantavano, nulla a casa anno preso. Riscaldamento stufe elettriche notte e giorno, di notte molto divertimento invitavano a casa signorine, signore, si ballava si cantava e offrivano dolci, bevande, panettoni, frutta, scatole colme. Amedeo non voleva cercare niente, ma ci davano ,lo stesso zucchero, frutta.
Al tenente piaceva la compagnia di Amedeo spesso voleva trattenerlo per parlare, ma lui sempre in fretta poche volte si fermava scendeva al negozio, raccomandava a me di stare sempre in cucina con i bambini, per andare al negozio da Amedeo io non passavo all’ingresso, ma dalla camera da pranzo, scendevo la gradinata e dalla stessa porta salivo alle camere. La porta dell’ingresso chiusa, quella che oggi si entra per salire la gradinata che porta alle camere del secondo piano.
Un giorno fece tanta neve non si poteva passare con il camion. Chiamarono tante persone compreso Amedeo, il medico, il sacerdote, tutte le persone che potevano con la pala togliere la neve fino al bivio. Arrivato al bivio il camion andava a Bisenti e altri paesi che dovevano ritirare roba da mangiare.
Fu una giornata di lavoro per tutti, Amedeo perse un accendino bellissimo che gli regalai prima del matrimonio facendolo comprare da Beniamino di madreperla, non fu trovato era un caro ricordo per noi. Col camion trasportavano tutte le provviste per mangiare. In quei giorni non potevano andare fuori per la neve.
Il tenente mandava per invito a cena dei militari un bigliettino ogni famiglia, secondo la famiglia uno o 2 militari nessuno poteva dire di no.
Tante cose della guerra c e da raccontare ma dimenticare tutto e meglio.
A giugno 1944 i tedeschi che stavano ad Arsita partirono tutti di notte, lo stesso giorno arrivarono i partigiani terribile paura con fucili sparavano in aria per farci terrore, Arsita coperto di fumo. Loro comandavano orario per chiusura dei negozi, parlavano male di tutti, specie di famiglie che avevano ospitato i tedeschi.
Volevano ammazzare molte persone di Arsita compreso Amedeo, il dottore, il sacerdote, non posso ripensare alla tristezza di quei giorni fortuna finì con la pace di tutti, queste cose non lo so spiegare ricordo solo la grande paura.
I partigiani erano tanti solo loro si vedevano per Arsita prima di entrare al paese stavano sparsi per la campagna una notte andarono a Palombara con fucili, bussarono a casa nostra e tutti vollero entrare chiedendo di Amedeo, stavano tutti di famiglia a Palombara sfollati.
Elvira con la sua famiglia 5 figli, il marito Crisanti Mario. Nicola con la moglie, Cristina, Lucia, Beniamino e Iole,mamma e papà, Beniamino a Palombara faceva lui la scuola ai nipotini tutti, e non fece perdere un anno, compreso Sandro e Dario. Quella notte tutti svegli, i partigiani chiedevano di Pulini e la moglie gli fecero capire che noi stavamo ad Arsita, ma loro con rabbia non credevano e vollero girare tutta la casa per trovare la roba di Pulini trasportata a Palombara. Amedeo parte della mia biancheria fu portata a Palombara pensando che era sicuro una zona dimenticata da tutti piccola frazione.
Mamma assegnò ad Amedeo una bella camera vuota dove fu appoggiata tanta roba Biancheria, macchina da scrivere, copiatrice, orologi sopra mobili, tante cose utile, loro presero tutto. Ad Arsita presero l’automobile. Brutti ricordi. Amedeo portò a Palombara tanta roba del negozio biancheria, stoffa per vestiti da uomo da donna, coperte, perché i tedeschi mandavano pacchi di roba alle famiglie Amedeo pensava per i paesani.
Questa roba non fu presa per fortuna da loro. Fu nascosta in un sotto scala nello studio di papà, con l’aiuto di un muratore fecero un muro a mattoni nulla si vedeva. Un giorno Amedeo insieme ai partigiani prese tutto e la vendeva a persone bisognose di Arsita, a basso prezzo, con i biglietti si faceva la vendita e con la presenza dei partigiani coi fucili piantati.
Così la roba fu data a persone di Arsita e non ai tedeschi, tutti furono contenti.
Io non so infine come andò a finire, tanta paura dopo la more delle due guardie comunale di Arsita Emilio Creati 6 figli, Florindo sposato da 12 anni.
Furono ammazzati in montagna ma non so da chi per una settimana non si potevano trovare i corpi, dolore per i figli e la moglie, che tristezza per il paese, dopo lo trovarono in un bosco coperti di foglie, di terra, un posto che nessuno ci passava.
Ricordi brutti per tutti.
Amedeo svuotò il negozio e la roba fu venduta al prezzo del costo, pensò subito di lasciare Arsita e trasferirci in famiglia a Pescara.
Amedeo decise di trasferirsi a Pescara. Ringraziammo il Signore che ci ha conservato la salute per raccontare queste cose . Molte persone sono morte lasciando in famiglia miseria, dolore e malattia.
Sempre la pace il Signore mai la guerra.
Vogliamo dimenticare tutto col tuo aiuto.